Era l’11 luglio

Era l’11 luglio, un’estate calda, assolata, deserta.

Lei aveva i capelli neri, un caschetto scuro e sbarazzino, la frangetta corta, gli occhi profondi come il mare.
Correva in quei prati, sempre gli stessi, quelli in cui ora vede correre i suoi tre figli, era felice, sorridente.

Aveva un’amica della sua età, Mariangela, con cui costruiva castelli di paglia, pranzi di foglie, danze di spighe e di stoffe colorate.
Aveva un nonno falegname, alto, vestito elegante e tutto d’un pezzo, anche in campagna, in quel paese in mezzo al nulla.
Aveva una nonna che cuciva, tutto il giorno, e preparava sughi buonissimi, pomodoro e salsicce, quel sapore che non ha mai più sentito.

Quella sera erano tutti, davanti a quegli schermi piccoli dal suono grande, lo stesso in tutte le case, cronistoria di una partita, di una sera, di un’epoca.
Aveva costruito una bandiera di carta, la bandiera a tre colori: “Gioca l’Italia, e’ in finale”, le aveva detto il nonno, il permesso di stare alzata a vedere, a partecipare, un evento importante.
Se lo ricorda quel grido, quella corsa, quell’espressione felice, quel paese in festa, bambini urlanti alle dieci di sera, con le loro bandierine colorate, senza un alito di vento.

E’ stato quella sera, quell’11 luglio dell’ottantadue, solo trentuno anni fa, una vita.
Una vita che non c’è più, solo ricordi, qualche immagine di repertorio nascosta chissà dove, che l’altra sera e’ tornata fuori da una trasmissione per caso.

Una lettura di un post di Valentina, anche questo mi ha fatto tornare in mente, come quel nonno che giocava a carte con il gilet, che mi guarda da lassù.
Il post e’ questo http://www.lefunkymamas.com/torno-presto-lo-sai/): leggetelo se vi va.

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3 risposte a Era l’11 luglio

  1. acasadiclara ha detto:

    io abitavo anche altrove nell’82. in un luogo che con il tempo è cambiato completamente e non assomiglia più a quello che era. una vita fa.

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